Perché stimo Brunello Cucinelli? Perché è attento alle persone e all’ambiente e mantiene nella sua azienda un giusto equilibrio tra l’etica e il profitto. Cucinelli è un imprenditore un po’ un filosofo e un po’ umanista; il suo quartier generale è un borgo medievale trecentesco in Umbria ristrutturato in armonia con la natura.
Il mio lavoro mi ha portato ad avere la fortuna di conoscere personalmente Brunello Cucinelli, imprenditore visionario amante della filosofia, dell’arte e dell’ambiente. Cucinelli, oggi titolare di un’azienda quotata in Borsa e nota in tutto il mondo per la bellezza dei suoi prodotti, proviene da una famiglia contadina e povera. Ad ispirare i suoi ideali sul lavoro sono stati particolarmente la reazione allo stato di umiliazione in cui vedeva il padre e i fratelli tornare dalla fabbrica.
Per Cucinelli il lavoro dev’essere rispettoso della dignità morale ed economica dell’uomo. L’azienda non può essere solo una fabbrica di soldi, ma la ricchezza va reinvestita per sviluppare un capitalismo che dia valore alla persona.
L’intenso amore per i filosofi e i grandi uomini del passato lo hanno spinto a concepire l’idea di un ambiente di lavoro fondato sulla dignità dell’uomo: «Noi andiamo a lavorare alle otto del mattino. Siamo 1700, nessuno marca il cartellino. All’una abbiamo la pausa pranzo e dopo le 17.30 non si può lavorare perché ci deve essere il rispetto per la dignità umana, per la famiglia, per la comprensione, per la cura. San Benedetto diceva una cosa bellissima: “cura ogni giorno la mente con lo studio, l’anima con la preghiera e il lavoro”. »
Di curare l’anima, noi abbiamo bisogno. E per curare l’anima abbiamo bisogno di essere umani un po’ speciali che ci aiutino a curare il nostro “Io”. Per Brunello Cucinelli la sostenibilità ambientale, sociale ed economica sono principi fondanti.
Mi colpì di quell’incontro che nel suo ufficio, sobrio ed elegante, non c’erano computer, televisori o altra presenza di tecnologia. C’erano invece il busto di una scultura antica, pareti finestrate che guardavano le dolci colline umbre intorno a Solomeo, un grande e solido tavolo di legno con molti quaderni di appunti dove egli annota i suoi pensieri. Mi colpi il silenzio che quest’uomo sceglie per ritrovarsi con i propri pensieri. Salutandomi mi tese la mano, e guardò attentamente una delle bici in legno che produco che era lì accanto a noi. Mi disse: «Dobbiamo continuare ad impegnarci a fare cose belle e sostenibili.»
“Il sogno di Solomeo” è un libro che l’imprenditore umbro ha dedicato ai giovani, un altro tema che gli sta particolarmente a cuore e di cui condivido l’importanza.
«Può sembrare strano che un’opera di ricordi, di tradizioni e di capitalismo non sia rivolta a persone adulte, ma questa è anche una storia di emozioni, e sono convinto che senza la storia il futuro non è in grado di raccogliere e mantenere in vita, per centinaia e centinaia di anni, la rinascita di valori che vedo crescere ogni giorno; e da chi sarà raccolta questa rinascita se non dai nostri giovani da quei ragazzi verso i quali fino ad oggi siamo troppo debitori?» Brunello Cucinelli, “Il sogno di Solomeo”, 2018, p.18